La scuola è fallita ma i vertici del potere scolastico sono contenti - Sergio Bianchini

14.07.2024 00:11

La scuola è fallita ma i vertici del potere scolastico  sono contenti

Sembra assurdo che i vertici del potere scolastico, ministero e sindacati con prevalenza dei sindacati, esaminino tranquilli i risultati delle prove INVALSI da loro stessi gestite, che da anni ormai testimoniano il loro fallimento.

 

Il Messaggero di oggi, 12 luglio 2024, riporta i risultati delle prove INVALSI di quest'anno relative ad elementari medie e superiori.

 

Il quadro è desolante. 

Nella scuola elementare(primaria) al quinto anno in italiano non raggiunge la sufficienza in alunno su 4 il 25% . In matematica uno su tre, il 32 %. Ma è la situazione migliore.

 

In terza media gli insufficienti in italiano sono pari al 40% e in matematica al 44%.

 

Al quinto anno della scuola superiore gli insufficienti in italiano sono pari al 44% ed in matematica al 48%.

 

Difronte a questi dati qualunque ministero dovrebbe proclamare lo stato di allarme, fare un bilancio delle cause di tale situazione e mettere in campo misure per elevare la potenza formativa della scuola.

 

Non sarebbe difficile  trovare le cause di un degrado che avanza da decenni e cioè l'assoluta assenza della stabilità dei docenti, la loro anche assenza perfino  "fisica" visto che i concorsi non si fanno e le cattedre scoperte a inizio anno sono , sempre da decenni, fortemente presenti.

 

Una misura semplicissima per risolvere il problema sarebbe l'eliminazione dei grandi e ingestibili concorsi nazionali che sono l'inizio e la base del mantenimento costante dei supplenti. Al loro posto basterebbe  l'introduzione di concorsi provinciali o di ambito (circa 200.000) abitanti. I trasferimenti dovrebbero avvenire solo all'interno dell'ambito concorsuale stesso come avviene in tutte le amministrazioni come i comuni, le province e le regioni.

 

L'altra grande causa dell'inefficacia dell'insegnamento è nel fatto che tutto il lavoro docente si svolge a classe intera ignorando le voci che chiedono una riduzione di tale lavoro ad un massimo di 4 ore al giorno contro le 5 o 6 attuali e l'introduzione di massicce attività mirate su piccoli o piccolissimi gruppi di alunni in base alle diverse esigenze formative.

Ricordo che l'Italia ha il record annuale delle ore di lezione con circa 1000 contro le 800 della media europea. Inoltre da noi ci vogliono 5 anni per il diploma contro i 4 sempre della media europea. 

 

Come mai di questo i nostri accaniti europeisti non parlano e i nostri sensibilissimi studenti occupatori su questo non danno segni di vita?

 

Per anni mi sono chiesto ed ho chiesto come mai non si attuassero le misure semplici e risolutive che ho accennato. E la risposta, sempre non data, per me è chiarissima- La gestione della scuola è fondata sulla volontà di assicurare 800.000 stipendi agli insegnanti.

 

 Sembra un'affermazione azzardata ma è l'unica che spiega l'inerzia nel cambiare il sistema contrattuale e nei concorsi, e al contrario la tempestiva e solenne iniziativa del ministro(ma anche di tutti i ministri precedenti compreso quello leghista) nell'assicurare che il numero dei docenti non verrà mai ridotto. Anche a fronte del continuo calo delle nascite che dal milione degli anni 70 è sceso a meno di 400.000 e continua a scendere.

Quindi per me ormai è chiarissimo il perché della tranquillità dei vertici scolastici difronte al fallimento della tanto decantata funzione scolastica. A loro in realtà del livello formativo degli alunni non importa proprio niente e qualcuno mi dice che, come sempre, un popolo poco preparato fa comodo alle classi dirigenti inette. Quello che in Italia si presenta scandalosamente però è l'enorme divario tra la retorica culturalista e giovanilista e la realtà della palude scuola.