CAMBIAMO INSIEME LA SCUOLA ITALIANA PER IL BENE DEI NOSTRI FIGLI
LETTURA DELLA SITUAZIONE
La scuola italiana è ormai da decenni in costante declino. Nessuno degli innumerevoli ministri che si sono succeduti negli ultimi 40 anni (i due più autorevoli sono stati Berlinguer e Moratti) è riuscito ad invertire la rotta inesorabile del declino e del degrado.
Nemmeno quelli che ritualmente vengono presentati come obiettivi minimi da raggiungere “entro l’inizio del nuovo anno scolastico” e cioè la completezza degli organici e la continuità didattica sono mai stati raggiunti. Anzi si sono sempre più aggravati. Supplenze e trasferimenti restano sempre al centro della cronaca scolastica.
La disfunzione organizzativa permanente della scuola ha inciso sulla gestione ordinaria delle classi che è sempre più carica di tensioni di ogni tipo, da quelle fra alunni a quelle tra alunni e docenti e tra docenti e genitori.
Tutto questo senza che il ministero abbia mai avuto un ruolo dirimente, chiarificante, armonizzante. Il sistema scolastico è ormai una galassia di situazioni gestite solo dal titubante comune sentire del personale e dalla paura dei guai e dei media.
Una sola cosa ha proceduto implacabilmente nella scuola italiana: Il tempo scuola obbligatorio per gli alunni che ha fatto della nostra scuola la più onerosa (per gli alunni) di tutta Europa, con una media di 1100 ore annue contro una media europea di 800. E con 13 anni di scuola per prendere un diploma contro i 12 europei.
Anche i risultati cognitivi medi sono in grave declino. La composizione sempre più disomogenea delle competenze dentro una classe e i dislivelli di motivazione e di situazione esistenziale e familiare rendono ormai fortemente difficoltoso il lavoro scolastico anche per i docenti più esperti e motivati.
Questo quadro per niente esagerato e per niente nuovo ci ha spinto a cercare soluzioni vere e ha fatto sedimentare nella nostra mente alcune convinzioni che ci paiono irrinunciabili. Le abbiamo sintetizzate nei seguenti 4 punti.
PUNTI IRRINUNCIABILI
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L’edificio scolastico deve diventare un permanente punto di riferimento aperto tutto il giorno e tutto l’anno anche per migliorare la gestione del tempo libero delle famiglie attive con i propri figli. Deve essere un luogo di rapporto col territorio, di organizzazione del volontariato, anche sede di feste, comprese quelle di compleanno, visite guidate, attività amatoriali come canto, musica teatro, sport, giornalismo, giardinaggio ecc.
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Riduzione drastica dell’orario scolastico a classe intera per gli alunni.
Il tradizionale ed attuale stare a scuola per l’alunno si identifica con lo stare in classe e seguire le lezioni con tutti i compagni. La classe e la scuola si identificano ma questa identità va superata, riducendo drasticamente il classico lavoro a classe intera a circa 20 ore settimanali, superando le 30 ore oggi vigenti. Ci adegueremmo così anche ai livelli Europei. La scuola dovrà proporre molteplici attività aggiuntive rispetto al lavoro base a classe intera, mettendo in primo piano le attività mirate di recupero. Le chiameremo attività opzionali, delle quali almeno 4 ore settimanali saranno obbligatorie e le eventuali altre ore completamente facoltative. Riguarderanno attività di approfondimento, di assistenza ai compiti e allo studio personale, attività ludiche o di intrattenimento anche fino alle ore 19. Ribadiamo che l’adesione di famiglie e alunni alle attività opzionali sarà libera salvo 4 ore settimanali, che porterebbe così le ore obbligatorie tra classe intera con proposta uguale per tutti (20 ore) e ore opzionali personalizzate a piccoli gruppi (4 ore), a 24 ore settimanali. Famiglia ed alunno potranno aderire con il consenso e anche su proposta dei docenti a tutte le attività che desiderano, sia per ragioni culturali che organizzative.
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Un quarto delle ore di docenza degli insegnanti (alla Primaria su 22 ore saranno circa 5 ore settimanali e alla secondaria su 18 ore saranno circa 4 ore settimanali) sarà dedicato alle attività mirate di cui al punto 2, che abbiamo chiamato “opzionali” (almeno 4 obbligatorie) di recupero e di potenziamento con piccoli o piccolissimi gruppi compreso il rapporto one to one.
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Il ruolo preminente e la necessaria forza organizzatrice degli insegnanti richiede la creazione dell’insegnante a tempo pieno che, senza modificare le 22 (nella scuola Primaria) e 18 (nella secondaria) ore settimanali di docenza, svolte generalmente al mattino, sia presente anche il pomeriggio per effettuare attività organizzative, progetti, valutazioni e verifiche in stretto contatto con famiglie e territorio. La figura dell’insegnante a tempo pieno dovrà gradualmente giungere ad interessare circa la metà degli insegnanti, senza eliminare necessariamente la figura attuale, per garantire in ogni classe un coordinatore realmente presente, molto consapevole, ben posizionato e facilmente accessibile. Questa nuova posizione deve anche essere adeguatamente remunerata.